Sabbioneta città murata: relazioni, origini, influenze
Questa sezione racconta il rapporto tra la città murata di Sabbioneta, le altre fortificazioni del feudo di Vespasiano Gonzaga ed ulteriori città murate che hanno esercitato un’influenza su Sabbioneta o possono essere state da questa condizionate. Entro tale chiave di lettura, questa pagina introduttiva si incentra sul rapporto tra il “vicino” e il “lontano”: Sabbioneta come capitale dello stato di Vespasiano in relazione alle altre opere difensive promosse dal principe nel suo feudo discontinuo e frammentato, ma anche rispetto ad altre esperienze analoghe, dalla Guastalla disegnata dal Giunti (probabilmente ispiratrice dell’assetto urbanistico della “città ideale”), alla Mantova della casa-madre Gonzaga (città fortificata per eccellenza ed in seguito caposaldo del Quadrilatero), alla meno prossima Pizzighettone (città murata evolutasi anche oltre la soglia storica a cui si ascrive l’esperienza di Sabbioneta, ma assimilabile a quest’ultima per importanza del patrimonio e stato di conservazione del circuito murario). Le successive pagine tematiche sviluppano il tema, evocando idealmente una sorta di sistema concentrico, che vede in Sabbioneta il suo fulcro, sulla corona più interna gli altri territori del feudo (Bozzolo, Rivarolo di Fuori, oggi denominato “Mantovano”, Commessaggio, Rodigo, Ostiano), e su quella più esterna le esperienze geograficamente e/o cronologicamente più lontane.
Mappa dei feudi di Vespasiano Gonzaga
I principati Gonzaga tra riforme urbanistiche e opere di presidio del territorio
I feudi mantovani di Vespasiano appartengono ad un territorio entrato sotto il controllo dei Gonzaga solo a partire dal secondo decennio del XV secolo. Dopo la morte del marchese Ludovico II (1478), il mantovano occidentale viene suddiviso fra gli eredi cadetti della famiglia Gonzaga in piccoli stati satellite: dapprima Bozzolo e Luzzara, e poi, in forza di frammentazioni successive, Sabbioneta, Gazzuolo e San Martino, Castiglione delle Stiviere, Castel Goffredo, Solferino.
Anche in conseguenza di una politica di alleanze locali che porta a sviluppare diverse strategie militari, i principali borghi vengono progressivamente muniti di difese e investiti da progetti di rigenerazione urbanistica attraverso la costruzione o il riassetto di castelli, rocche, palazzi, chiese, strade e interi quartieri. La spinta principale a questa diffusa opera di rinnovamento è l’evoluzione della tecnologia militare: l’avvento delle armi da fuoco ed il cambiamento delle tecniche di assedio rendono infatti obsolete le fortificazioni medievali, richiedendo lo sviluppo di nuovi sistemi difensivi.
Le mura alte, sottili e turrite, facilmente attaccabili dalle artiglierie, sono così sostituite da cinte basse, terrapienate e provviste di baluardi, capaci di resistere ai colpi di cannone e prive di punti ciechi in caso di assedio ravvicinato. Nell’ambito di questi interventi, sono rinnovati i borghi di Gazzuolo, Bozzolo, Rivarolo di Fuori, San Martino dall’Argine, oltre naturalmente a Sabbioneta, città ideale e piazzaforte a misura di principe. Ancorché non sempre riformati in modo omogeneo e con la stessa disponibilità di mezzi, protetti talora da cinte bastionate e talaltra da mura merlate o da semplici terrapieni, i borghi minori costituiscono significativi esempi di un pervasivo programma di rinnovamento urbanistico che vede in Sabbioneta la sua esperienza più significativa e compiuta.
Un principe architetto e ingegnere militare
Nato marchese e principe del Sacro Romano Impero quale primogenito del ramo Gonzaga di Gazzuolo, alla morte del nonno Ludovico (1540) Vespasiano eredita la contea di Rodigo e i feudi imperiali di Ostiano, Sabbioneta, Bozzolo e Rivarolo. Nel 1567 si appropria anche del feudo di Commessaggio, vincendo la causa intentata presso la corte imperiale contro i figli del cugino Carlo di Gazzuolo.
Nominato prima marchese (1565) e poi duca di Sabbioneta (1577), Vespasiano intraprende una diffusa opera di rafforzamento delle difese del suo composito feudo, dedicandosi in primis alla capitale Sabbioneta, ove costruisce una poderosa cinta bastionata. Parallelamente realizza tuttavia anche interventi a beneficio degli altri centri, nell’ambito di una politica di sicurezza estesa a tutto lo stato, situato al confine non solo con i possedimenti Gonzaga della casa-madre e di altri rami cadetti, ma anche con il ducato di Milano (all’epoca già governatorato spagnolo) e la repubblica di Venezia.
Questa sezione pone ulteriore risalto sulla figura di Vespasiano come costruttore ed esperto di architettura militare, che nel suo feudo mette a frutto le esperienze acquisite al servizio del re di Spagna, tra le quali spicca in particolare la realizzazione della cittadella di Pamplona, nell’attuale Navarra. Grazie alla sua formazione presso la corte di Madrid, il signore di Sabbioneta è infatti anche un uomo di fiducia di Filippo II, che lo nomina grande di Spagna, poi viceré di Navarra e di Valencia, e infine lo insignisce del cavalierato dell'Ordine del Toson d'Oro, massima onorificenza della corona spagnola. Si evidenzia comunque che non tutti gli interventi ascrivibili a Vespasiano sono opere militari in senso stretto, essendo questi anche finalizzati a garantire la sicurezza interna e/o a realizzare presidi daziari, come nel caso delle mura di Rivarolo o del Torrazzo di Commessaggio.