Il contemporaneo Giulio Faroldi, biografo di Vespasiano Gonzaga, attesta che la costruzione delle mura inizia nell’anno 15541.
La prima fase dei lavori si conclude nel 1568: a tale data sono realizzati cinque baluardi su sei (ad eccezione di San Francesco), oltre al primo nucleo di Palazzo Ducale e a Porta Vittoria. Questa configurazione è attestata da un’immagine araldica del 1564-1577. Durante tale fase si scava anche il fossato, con uno specchio d’acqua largo sino a 35 metri.
Come riferisce ancora il Faroldi, tra 1578 al 1579 si svolge la seconda fase dei lavori, con la realizzazione dell’ultimo baluardo e di Porta Imperiale.
Con la terza ed ultima fase dei lavori, condotta da Bassano Tussardi tra il 1584 e il 1600, viene completato il collegamento tra il baluardo nuovo (San Francesco) e il baluardo di Sant’Elmo.
Tra il 1640 e il 1690, Gaspare Beretta, ingegnere militare del Ducato di Milano, realizza la “nuova strada coperta” (il camminamento esterno al fossato e riparato dai terrapieni), nonché diversi adeguamenti dei magazzini e dei quartieri. Sempre ai fini del miglioramento delle difese esterne, promuove inoltre l’allargamento del fossato. Il sistema delle fortificazioni viene completato sempre nel corso del XVII secolo con due rivellini a mezzaluna, uno davanti a Porta Vittoria, l’altro davanti a Porta Imperiale.
Nel 1794 il castello viene demolito, come attestato dal passaggio dal catasto teresiano (1774) al catasto ottocentesco (1854). Negli anni Venti del Novecento trova parziale realizzazione il progetto comunale di demolizione delle mura, promosso nel 1914 ed approvato nel 1919. Vengono realizzati i passaggi a nord-est (via Pesenti) e a sud-ovest (via Giulia Gonzaga), con l’apertura di ampie brecce tra i baluardi di San Nicola e San Giovanni (1921) e tra il baluardo di San Francesco e i resti del castello (1924).
Assetto XVI-XVIII secolo - rielaborazione catasto teresiano
Legenda
Fortificazioni
- Porta Vittoria
- Porta Imperiale
- Castello
- Baluardo San Nicola
- Baluardo Santa Maria
- Baluardo San Francesco
- Baluardo Sant’Elmo
- Baluardo San Giorgio
- Baluardo San Giovanni
- Fossato
- Rivellino nord
- Rivellino sud
- Strada coperta
- Terrapieni esterni
- Mezzaluna
Edifici monumentali
- Chiesa dell’Incoronata
- Palazzo Ducale
- Teatro all’Antica
- Chiesa dell’Assunta
- Chiesa di San Rocco
- Sinagoga
- Palazzo Giardino
- Galleria degli Antichi
- Palazzo Forti
- Chiesa della Madonna del Carmine
Tra l’Ottocento e il Novecento il fossato viene progressivamente ridimensionato e deviato. Se fino al Catasto del Lombardo-Veneto (1854) esso è infatti rappresentato ancora nella sua ampiezza originaria, nel catasto post-unitario (cartografia del 1923), risulta già ridimensionato, in una configurazione di fatto analoga a quella attuale. Lo stesso progetto di demolizione delle mura (1919) lo raffigura come un canale limitato allo spazio immediatamente al piede delle fortificazioni. Il catasto del 1956 ed il progetto di riassetto idraulico del 1968 attestano infine ulteriori modifiche, in particolare con lo spostamento del fossato all’esterno rispetto al perimetro del baluardo San Nicola ed al sedime dell’attigua cortina muraria demolita nel 1921.
Con l’espansione edilizia del Novecento, vengono via via obliterate anche le opere di difesa esterna. In particolare, si costruisce prima lungo le direttrici di espansione di via Giulia Gonzaga, di via Pesenti e di via Borgofreddo e poi nell’area che fa capo alla Panguaneta, mentre l’antica strada coperta viene cancellata e sostituita dalla viabilità di scorrimento e/o locale, con la parziale eccezione del fronte nord-est, dove la tessitura dei campi e la viabilità poderale ricalcano ancora in parte il disegno delle fortificazioni in terra.
Grazie alla disciplina introdotta dalle leggi Bottai, la cinta muraria di Sabbioneta viene infine sottoposta a tutela con un vincolo monumentale ope legis. Nel 1975 anche l’immediato intorno delle mura viene finalmente salvaguardato con uno specifico vincolo paesaggistico.
Con gli anni Settanta il primo piano regolatore comunale si fa interprete di tali istanze di tutela, disegnando all’esterno delle mura un’area stellata, dove vige l’obbligo di inedificabilità e di mantenimento a verde, consentendo i soli interventi di restauro e manutenzione dell’esistente. Nei decenni seguenti, attraverso iniziative intraprese dal Comune di Sabbioneta di concerto con la Soprintendenza, le mura vengono sottoposte ad una serie di interventi di conservazione ed in parte di restauro.
Nel 2008 Sabbioneta e Mantova vengono riconosciute da UNESCO patrimonio mondiale dell’umanità. La pianificazione urbanistica comunale introduce pertanto ulteriori specifiche tutele, oltre che sull’ambito soggetto a vincolo paesaggistico e sulla città murata, anche a beneficio di una più ampia “zona buffer” sulla scorta di un accordo stipulato con il Ministero dei Beni Culturali. Il piano di governo del territorio del 2016 ribadisce e consolida tale impostazione.
Note
1G. Faroldi, Vita di Vespasiano Gonzaga Colonna duca di Sabbioneta, manoscritto conservato presso l’Accademia Nazionale Virgiliana di Mantova redatto intorno al 1587, trascritto e pubblicato in E. Marani, Sabbioneta e Vespasiano Gonzaga, Sabbioneta, Pro Loco, 1977, pag. 55.