Nella seconda metà del Cinquecento, per volere del duca di Sabbioneta Vespasiano Gonzaga il piccolo borgo rurale di Bozzolo viene ampliato in forma di città. Vespasiano interviene innanzitutto sull’esistente castello medievale, rinnovandolo con fortificazioni a forma di trapezio, provviste di sei baluardi e circondate da un fossato. L’opera di Vespasiano è continuata nella prima metà del Seicento dai successori Giulio Cesare e Scipione Gonzaga, che cingono l’intero abitato di mura, con bastioni e lunette nonché due porte, Porta Cremona e Porta Mantova.
Le mura sono realizzate “alla moderna”, ovvero provviste di un retrostante terrapieno, e costruite con mattoni provenienti dalle fornaci o materiali ricavati dalla demolizione delle fortificazioni di altri borghi del feudo.
A dispetto della concezione avanzata, le mura di Bozzolo vengono tuttavia realizzate con tecnologie di bassa qualità, in particolare utilizzando, come legante per i mattoni, semplice terra, caratteristica quest’ultima che le rende particolarmente vulnerabili al degrado derivante dall’azione degli agenti atmosferici e della vegetazione spontanea.
Il castello viene demolito a seguito del trattato di Campoformio (1797), mentre le mura sono in gran parte abbattute tra l’Ottocento e l’inizio del Novecento. Ne sopravvivono oggi il tratto orientale con Porta Mantova, oltre a qualche lacerto del tratto nord.