Con il XVIII secolo le mura perdono via via la propria funzione militare e i terrapieni interni vengono adibiti ad usi produttivi. Già il catasto teresiano (1774) ne attesta la destinazione a prato con gelsi. Malgrado la mancanza di informazioni riguardo al periodo del Lombardo-Veneto, si può ipotizzare che, con il venir meno della posizione strategica di Sabbioneta, gli usi agricoli si consolidino ulteriormente. Il castato del Novecento individua una situazione di generalizzato impiego degli spalti e dei baluardi a fini produttivi (prati arborati, vigneti, frutteti, ecc.). Gli usi agricoli sopravvivono almeno sino alla metà del XX secolo.
CATASTO TERESIANO 1774
Uso del suolo desunto dalle tavole d’estimo
Il catasto teresiano attesta la conversione dei terrapieni ad uso produttivo: nella totalità dei casi prato con gelsi (moroni). Il circostante fossato, verosimilmente riempito solo in parte, risulta invece destinato a pascolo.
CATASTO POST-UNITARIO (inizio Novecento)
Uso del suolo desunto dalle tavole d’estimo
Il catasto di inizio Novecento attesta il consolidamento degli usi agricoli, con colture prevalentemente arboree: soprattutto vigneti e prati arborati sui baluardi (fa eccezione il baluardo San Giovanni, adibito ad orto); frutteti (spalto Bresciani), gelseti (area dell’ex castello) e ancora prati arborati. I successivi aggiornamenti delle tavole d’estimo evidenziano inoltre una progressiva e ulteriore diffusione dei vigneti verso la fine degli anni Venti.
DUSAF 1954
Regione Lombardia, cartografia ricavata da fotogrammi aerei IGM - volo GAI
Al 1954 alcuni bastioni risultano convertiti a parco o giardino (baluardi San Giovanni, San Giorgio, San Francesco), mentre altri permangono ad uso agricolo, con particolare riferimento al seminativo arborato (San Nicola) e semplice (Santa Maria), ed ai frutteti (Sant’Elmo). L’area dello spalto Bresciani risulta parte adibita a prato permanente e parte a seminativo arborato.