Pur non essendo prossimo a Sabbioneta (con la viabilità attuale i due centri distano circa settanta chilometri), il borgo di Pizzighettone può essere accostato alla città ideale di Vespasiano Gonzaga per la sua cinta muraria “alla moderna” tra le meglio conservate della Pianura Padana. Per l’importanza strategica nello scacchiere dell’Italia Settentrionale, la sua storia si intreccia inoltre con quella della fortezza di Mantova in tutto il Risorgimento. L’abitato di Pizzighettone sorge sulla sponda sinistra dell'Adda, ed è fronteggiato, in riva destra, dal corrispondente nucleo di Gera. Grazie alle difese naturali create dalla confluenza del Serio Morto con l'Adda, il sito offre condizioni particolarmente favorevoli alla costruzione di fortificazioni.
Già nel XII secolo Pizzighettone viene pertanto munita di un castello con una prima palizzata muraria. Nella seconda metà del Trecento i Visconti irrobustiscono la fortezza, situata in fregio all’Adda, e circondano l’abitato di Pizzighettone di una cinta in muratura, provvista di porte e di fossato. Nella prima metà del Quattrocento anche la contrada di Gera viene munita di una cinta muraria, configurando così un doppio sistema fortificato dislocato sulle due sponde del fiume. In questo periodo l’importanza strategica di Pizzighettone si lega al corso dell’Adda ed alla sua vicinanza ai domini veneziani nell’ambito delle contese tra Ducato di Milano e Serenissima. Con l’avvento degli Sforza prima e degli Spagnoli poi, le fortificazioni sono radicalmente rinnovate per creare un sistema difensivo capace di resistere agli assedi delle artiglierie.
A partire dal 1585, le fortificazioni preesistenti sono pertanto ricostruite realizzando mura più basse e terrapienate. Tra il 1646 e il 1656, ancora ad opera degli Spagnoli, le mura vengono ulteriormente rafforzate, assumendo l’assetto di una cinta bastionata a pianta stellare, dotata di sei grandi baluardi a lancia, protetti da un fossato e da una cortina esterna di mezzelune e terrapieni. A differenza delle fortificazioni di Sabbioneta e del mantovano occidentale, Pizzighettone mantiene la propria importanza strategica anche in età austriaca, conoscendo così un’ultima fase di evoluzione del circuito murario. Nel 1720, per ordine di Carlo VI, si dà avvio ad una riforma generale delle difese cittadine, con la costruzione di una poderosa cinta bastionata a occidente dell'abitato di Gera e l'aggiunta, verso l’interno del circuito murario, di una corona di casematte, necessarie per l’alloggiamento delle sempre più numerose guarnigioni militari. Solo nel penultimo decennio del Settecento, con Giuseppe II, ha inizio il progressivo smantellamento della fortezza pizzighettonese, interrotto soltanto durante l’occupazione napoleonica. Durante la Restaurazione, con la smilitarizzazione della piazzaforte, si completa la demolizione del castello, di cui oggi si conservano solo la Torre del Guado (ove nel 1525 fu prigioniero Francesco I all’indomani della battaglia di Pavia) e la mozza Torre del Governatore. Sino all’unità d’Italia, Pizzighettone mantiene comunque un’importanza strategica come testa di ponte in rapporto a possibili azioni militari messe in atto dalla non lontana Mantova, caposaldo del Quadrilatero.
Dopo il 1867 la fortezza viene interamente disarmata e le strutture murarie subiscono il degrado derivante dalla dismissione. Parziali demolizioni avvengono nell’ultima parte dell’Ottocento (in particolare il muraglione lungo l’Adda) e nel Novecento, in ultimo per consentire le espansioni edilizie del centro abitato. Oggi, la cerchia delle mura, in buona parte aperta al pubblico, conserva intatta la sua struttura a sud di Pizzighettone, e tutta la porzione che dall’ingresso al centro storico (via Marconi) raggiunge il Serio Morto, costeggiandolo fino all’Adda, nonché le celebri casematte, oltre all’impianto stellato, prevalentemente in terra, disposto attorno all’abitato di Gera.
Oggi delle fortificazioni mantovane sopravvivono solo poche tracce: tratti di mura ribassati lungo il lago, una porta della cittadella al di là del Mincio, la strada Trincerone e parte dei relativi baluardi terrapienati, il forte di Pietole a sud della città.