Una città-fortezza
Le fortificazioni di Sabbioneta sono realizzate per volontà di Vespasiano Gonzaga a partire dalla seconda metà del XVI secolo. L’intento del principe è dotare la città di un sistema difensivo “alla moderna”, costituito da bastioni e terrapieni in grado di resistere agli attacchi delle artiglierie. Nasce così l’estesa cinta muraria a forma di esagono irregolare, alta circa sei-sette metri rispetto al piano di campagna, composta da una incamiciatura esterna in laterizio, sostenuta da contrafforti e da retrostanti terrapieni, degradante verso l’interno e circondata all’esterno da un ampio fossato. In corrispondenza degli spigoli vengono realizzati sei baluardi pentagonali (San Nicola, San Giovanni, San Giorgio, Sant’Elmo, San Francesco, Santa Marta), raccordati tra loro da tratti rettilinei. Le mura inglobano anche il preesistente castello di origine medievale ed il relativo fossato, nel tratto compreso tra i baluardi San Francesco e Santa Maria. L’impianto delle fortificazioni è completato con l’apertura di due porte a forma di archi trionfali, a nord-ovest (porta Vittoria) e a sud-est (porta Imperiale). Oltre il circuito murario, il sistema difensivo viene progressivamente perfezionato attraverso una serie di opere complementari, con rivellini (terrapieni ad angolo acuto posti a protezione delle porte), mezzelune (terrapieni triangolari situati nel fossato) ed una strada riparata da terrapieni, che configurano una seconda cinta stellata esterna all’esagono delle mura.
Prima fase: 1554-1568
La prima fase dei lavori inizia nel 1554 e si conclude nel 1568: a tale data sono realizzati cinque baluardi su sei (ad eccezione di San Francesco), oltre a Porta Vittoria. In questa fase si scava anche il fossato, con uno specchio d’acqua largo sino a 35 metri. Fuori dalle mura il terreno è un’ampia spianata. Il toponimo “Tagliate”, che qualifica la zona a nord di Porta Vittoria, indica che per ragioni difensive i campi dovevano essere liberi da alberi ad alto fusto.
Seconda fase: 1578 - 1579
La seconda fase di intervento ha luogo tra il 1578 e il 1579. In questi anni si realizzano l’ultimo baluardo e la Porta Imperiale.
Terza fase: 1584 - 1600
Con la terza ed ultima fase dei lavori viene completato il collegamento tra il baluardo nuovo (San Francesco) e il baluardo di Sant’Elmo.
- Porta Vittoria
- Porta Imperiale
- Castello
- Baluardo San Nicola
- Baluardo Santa Maria
- Baluardo San Francesco
- Baluardo Sant’Elmo
- Baluardo San Giorgio
- Baluardo San Giovanni
- Fossato
- Rivellino nord
- Rivellino sud
- Strada coperta
- Terrapieni esterni
- Mezzaluna
Interventi del XVII secolo
Tra il 1640 e il 1690 viene realizzata la nuova “strada coperta” (un camminamento anulare, esterno al fossato e riparato dai terrapieni, con la funzione di distanziare le artiglierie attaccanti), nonché adeguamenti dei magazzini e dei quartieri. Per il miglioramento delle difese esterne, si effettua inoltre l’allargamento e la rimessa in efficienza del fossato. Sempre nel corso del XVII secolo, il sistema delle fortificazioni viene completato con due rivellini a mezzaluna, uno davanti a porta Vittoria, l’altro davanti a porta Imperiale.
Interventi del XVIII secolo
L’evoluzione successiva delle mura e delle difese esterne è attestata tra la fine del XVII secolo e la prima metà del XVIII dalle planimetrie redatte ai fini di atlanti militari o a celebrazione di eventi bellici, e poi dai catasti Teresiano, del Lombardo-Veneto ed infine contemporanei. In questi documenti le fortificazioni sono raffigurate prima in termini più astratti e poi con maggior esattezza geometrica e topografica. Le cartografie storiche rappresentano l’ampio sviluppo del fossato e la realizzazione di una serie di difese esterne, con la presenza di uno o due rivellini ed anche altre mezzelune, oltre al sistema di scarpate e controguardie all’esterno del fossato stesso. La demolizione del castello, avvenuta nel 1794, è attestata nel passaggio dalle mappe del catasto Teresiano (1774) al Catasto del Lombardo-Veneto (1854).
Il XX secolo tra demolizioni e tutele
Negli anni Venti del Novecento trova parziale realizzazione il progetto di demolizione delle mura, promosso nel 1914 ed approvato nel 1919, all’epoca motivato da esigenze viabilistiche ed igienico-sanitarie. Vengono così realizzati i passaggi a sud-ovest (via Giulia Gonzaga) e a nord-est (via Pesenti), con l’apertura di brecce tra i baluardi di San Nicola e San Giovanni e tra il baluardo di San Francesco e i resti del castello. L’autorizzazione ministeriale consente inoltre la colmatura del fossato. Con l’espansione edilizia del Novecento, vengono eliminate anche le opere di difesa esterna. In particolare, si costruisce lungo le direttrici di via Giulia Gonzaga, di via Pesenti e di via Borgofreddo e a cavallo della SP 420, mentre l’antica strada coperta viene cancellata e sostituita dalla viabilità di scorrimento o locale, con la parziale eccezione del fronte nord-est, dove la tessitura dei campi ricalca ancora in parte il disegno delle fortificazioni in terra. Grazie alla disciplina introdotta dalle leggi Bottai del 1939, la cinta muraria di Sabbioneta viene infine sottoposta a tutela con un vincolo monumentale ope legis e vincoli ad hoc a tutela delle aree esterne. Nel 1975 tutto l’intorno delle mura viene inoltre salvaguardato con uno specifico vincolo paesaggistico. Con gli anni Settanta, il primo piano regolatore comunale si fa interprete di tali istanze di tutela disegnando all’esterno delle mura un’area stellata, con l’obbligo di inedificabilità e di mantenimento a verde.
Cinema e luoghi simbolici dell’immaginario padano
Fotogrammi di Strategia del ragno, film del 1970 diretto da Bernardo Bertolucci. Liberamente ispirata al racconto di J. L. Borges Tema del traditore e dell'eroe, la pellicola racconta di un giovane che torna nella città natale per investigare sull’omicidio del padre, avvenuto in epoca fascista. Tra le location scelte dal regista per girare le scene, Sabbioneta e la vicina Pomponesco assumono un ruolo privilegiato. A Sabbioneta, la città ideale del principe Vespasiano Gonzaga, sono ambientate varie sequenze, tra cui quelle, memorabili e qui riprodotte, sul loggiato di porta Vittoria, oggi liberamente accessibile grazie al nuovo percorso dedicato. A Pomponesco, altra città gonzaghesca di un ramo cadetto e come Sabbioneta inclusa nella lista dei Borghi più belli d’Italia, le scene sono girate in piazza XXIII aprile, uno dei luoghi più suggestivi e “teatrali” della cittadina, a sua volta location d’elezione per tanti registi, tra cui Cesare Zavattini e Mario Soldati. Oltre a rievocare l’opera di un grande maestro che ha scritto la storia del cinema, questo pannello getta un ponte ideale tra due borghi che simboleggiano e riassumono l’immaginario padano, anche nella prospettiva di un itinerario di visita trasversale, ispirato alle suggestioni della Settima Arte.
L’inclusione nel patrimonio UNESCO (2008)
Nel 2008 Sabbioneta e Mantova sono riconosciute da UNESCO patrimonio mondiale dell’umanità. La pianificazione urbanistica comunale impone pertanto ulteriori specifiche tutele. I successivi atti di governo del territorio ribadiscono e consolidano le salvaguardie introdotte.
Stato attuale
Oggi la cinta di Sabbioneta sopravvive quasi in toto, con la sola eccezione di un tratto a sud-ovest (tra baluardi San Nicola e San Giovanni), e di un tratto a nord-est (tra il baluardo di San Francesco e i resti del castello), demoliti negli anni Venti per far spazio rispettivamente alle vie Giulia Gonzaga e Pesenti. Sopravvivono anche le due porte di accesso alla città, porta Vittoria e porta Imperiale. Il fossato è in parte tombinato ed in parte ridotto rispetto alla dimensione originaria. Le opere di difesa esterna (rivellini, mezzelune, strada coperta) sono state progressivamente spianate ed attualmente non ne rimane più traccia evidente, anche se l’orditura fondiaria attorno alla città storica in parte ne riflette ancora l’impronta.
- Porta Vittoria
- Porta Imperiale
- Resti del castello
- Baluardo San Nicola
- Baluardo Santa Maria
- Baluardo San Francesco
- Baluardo Sant’Elmo
- Baluardo San Giorgio
- Baluardo San Giovanni
- Fossato
- Percorso al piede delle mura
- Fortificazioni demolite